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Associazione Riaprire i Navigli


  • 01 febbraio 2003 - Brescia Conferenza politico-programmatica, Intervento di Roberto Biscardini, Segretario regionale dello SDI

    Se fossimo riusciti oggi a collegarci direttamente, attraverso un canale televisivo con tutte le famiglie di Brescia, potendo comunicare con la totalità dei cittadini, oltre a coloro che numerosi sono intervenuti qui, avremmo dimostrato quanto lo SDI disponga a Brescia di un gruppo dirigente preparato, capace di analizzare la realtà e di rispondere in modo innovativo e concreto ai problemi della città.
    Se avessimo potuto quindi far conoscere a tutti i cittadini di Brescia i lavori e i risultati di questa Conferenza politico-programmatica, avremmo potuto considerare chiusa la nostra campagna elettorale e avremmo certamente già in mano un risultato più che positivo per le elezioni comunali della prossima primavera.
    Abbiamo fatto bene ad organizzare questa Conferenza politico-programmatica mettendo a disposizione delle altre forze del centrosinistra una piattaforma di ampio respiro. Ciò dimostra quanto sia forte la nostra capacità di elaborazione politica per una politica di rinnovamento della città, con modernità, lungimiranza, nel solco di una cultura che sa coniugare riformismo, pragmatismo e socialismo umanitario.
    Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi ed intendo ringraziare a titolo personale tutti coloro che sono intervenuti con precisione, dimostrando una sensibilità ed uno spessore culturale di altissimo livello, a partire da Roberto Gabbana che in questi anni ha svolto con autorevolezza il ruolo di Capogruppo in Consiglio comunale. Ognuno ha collocato il proprio argomento e il quadro delle proprie proposte, anche le più specifiche, dentro un disegno politico generale.
    Un ringraziamento particolare va a Dionigi Guindani che ha coordinato, organizzato e promosso questa Conferenza.
    Non posso che condividere la scelta del titolo, che dà compiutamente il senso della proposta e ben sintetizza i nostri obiettivi sul terreno della comunicazione.
    “La grande Brescia” è il nostro progetto e il nostro slogan e potrebbe, mi auguro, diventare il progetto e lo slogan di tutto il centrosinistra.
    E’ un progetto che riguarda la città di Brescia ma anche i comuni della provincia e la provincia intera.
    Ancora una volta oggi i socialisti dimostrano a Brescia, sulla base della loro lunghissima esperienza amministrativa, che governare e rispondere al governo delle trasformazioni necessarie significa in primo luogo produrre idee e uscire dal generico.
    Voi oggi avete dimostrato come i socialisti abbiano ancora uno straordinario senso civico. Il nostro orgoglio e la nostra cultura sono ancora gli strumenti più adeguati e aggiornati per affrontare le nuove sfide sul terreno di un’innovazione e di una modernizzazione che non deve mai dimenticare come al centro della politica ci siano i bisogni dei cittadini, gli individui con i loro problemi anche immateriali e persino con i loro sentimenti.
    Insieme alle questioni dello sviluppo emerge da questa Conferenza come le aspirazioni dei cittadini pesino e come le sofferenze, le solitudini, le discriminazioni e le incomprensioni di cui spesso i cittadini sono vittime sono per noi un punto di riferimento per rimuovere ogni difficoltà che fa spesso di questa società, ricca e matura, una società inadeguata.
    “La grande Brescia” è quindi un grande progetto per ridare un ruolo significativo alla città di Brescia e alla sua provincia dentro il più complesso sistema economico del nord Italia e del Paese.
    E’ un grande progetto per una politica di sviluppo sostenuta da un sistema infrastrutturale drammaticamente deficitario.
    E’ un grande progetto culturale e sociale che dimostra la nostra sensibilità ma anche il senso delle nostre priorità politiche.
    Il sindaco Corsini, che sarà sostenuto da noi anche nelle prossime elezioni, oggi è venuto qui ed ha colto il significato di questa nostra iniziativa e della nostra proposta e posizione politica.
    La collocazione dello SDI è infatti chiara, siamo nel centrosinistra, siamo nella coalizione ma non abbiamo nessuna intenzione di mettere il cervello all’ammasso di una realtà ancora troppo confusa come quella dell’Ulivo che troppi interpretano a loro modo e per le proprie convenienze.
    Nel centrosinistra siamo portatori di una concezione fortemente democratica delle istituzioni, liberale nei contenuti e profondamente riformista, cosa che purtroppo l’Ulivo ancora non è.
    Nel centrosinistra non ci accontentiamo di occupare una posizione intermedia tra Margherita e Ds, perché sentiamo nella cultura e nei programmi di rappresentare una posizione centrale, trovando infatti spesso alla nostra sinistra, uniti su posizioni ugualmente massimaliste, sia la Margherita che i Ds.
    In questi anni abbiamo svolto nel centrosinistra un ruolo importante, alla ricerca degli equilibri possibili, cercando di far prevalere le posizioni riformiste e con senso di responsabilità, più di altri, pur piccoli, abbiamo operato cercando l’unità della coalizione e favorendo il superamento delle divisioni altrui. L’abbiamo fatto e lo facciamo nella consapevolezza che persino le divisioni altrui, come quelle che attraversano oggi i Ds tra Cofferati e D’Alema, danneggiano tutti i partiti che della coalizione fanno parte.
    Ci siamo fatto carico con senso di responsabilità del giudizio pesante che l’opinione ha dato e dà ancora del centrosinistra. L’opinione pubblica a noi potenzialmente più vicina è stanca delle divisioni del centrosinistra e ci chiede non solo unità vera, ma persino l’intelligenza di dimostrare almeno un’unità tattica.
    L’altro giorno, mentre ero presente in un banchetto per la raccolta delle firme contro il ticket sulla salute della Regione Lombardia, una signora mi ha detto: “ Anche se non siete uniti, fate almeno finta di esserlo”.
    Tradotto in politica questo significa che per l’unità occorre affrancare la coalizione sul minimo comune denominatore, sulle cose che uniscono e non su quelle che dividono, ma inevitabilmente cerchiamo di far capire che il minimo comune denominatore è l’espressione di una cultura di governo, della stabilità e della moderazione che nulla ha a che fare con le espressioni massimaliste, radicali ed estremiste di una parte della sinistra. Se la coalizione vuole ritornare a vincere, come è stato nel 1996, deve d’altra parte cercare di sfondare al centro.
    Chi radicalizza le posizioni all’interno dello schieramento di centrosinistra, chi parla in modo confuso e demagogico dell’Ulivo cosiddetto allargato alle posizioni più estreme, chi pensa di battere la destra con la piazza anziché con politiche alternative e praticabili rispetto alle sue, danneggia la sinistra ad ogni livello, sia a livello locale come a livello nazionale, e non coglie quanto sia già profonda la crisi del centrodestra.
    Anche in questi giorni dietro la crisi e le divergenze che si sono manifestate tra Forza Italia e tra la coalizione di centrodestra in Regione Lombardia, c’è qualcosa di più di una lotta di potere.
    C’è l’inizio del declino di una forza politica che si era costruita intorno ad un’opzione vincente e sul cui carro molti pensarono di salire per essere eternamente vincenti.
    Oggi quella coalizione si deve confrontare con le promesse non mantenute, con proposte non realistiche e con il pericolo di una probabile caduta di consensi.
    Da qui nascono i malesseri interni a Forza Italia, emergono le divergenze di opinioni e i primi segni importanti della debolezza del centrodestra.
    Noi che crediamo che l’Ulivo sia esclusivamente una coalizione di partiti, certamente attenti a tutto ciò che democraticamente si esprime al di fuori di essi, pensiamo che ogni partito dentro questa coalizione debba svolgere la sua parte, con la propria cultura, con le proprie radici e le proprie idee, esaltando persino le differenze, i propri punti di vista, interloquendo inevitabilmente con l’elettorato a cui si sente più vicino.
    Per questo presenteremo le nostre liste dello SDI in tutti i comuni che andranno a votare nelle elezioni amministrative del 2003 e del 2004, cercando fin da subito di fare dello SDI il punto di riferimento e di coagulo di energie e di risorse più larghe che si riconoscono negli ideali della democrazia, della libertà e del socialismo augurandoci che possano ben presto, forse già dalle elezioni europee, rappresentare l’elemento di una nuova realtà politica espressione del rilancio di una nuova iniziativa socialista.

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