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  • 21 marzo 2002 - Assassinio di Marco Biagi, socialista. Intervento in Consiglio Regionale della Lombardia di Roberto Biscardini, Segretario regionale dei Socialisti Democratici Italiani

    Signor Presidente, onorevoli Colleghi, l’intervento di Mino Martinazzoli ha rappresentato la posizione politica di tutto il centrosinistra, quindi anche la mia posizione.
    Io voglio aggiungere solo poche parole in ricordo di Marco Biagi in nome della sua appartenenza politica.
    Permettetemi in parte di parafrasare l’intervento di Enrico Borselli, ieri alla Camera, rendendo omaggio a Marco Biagi, professore del diritto del lavoro, un intellettuale di straordinario valore e un uomo impegnato con le sue idee e le sue convinzioni nelle questioni sociali. Era uno dei nostri, un compagno socialista, iscritto al PSI dai primi anni ’70 e poi allo SDI, nostro candidato nel 1999 alle elezioni amministrative di Bologna.
    Un socialista e un riformista che aveva deciso di fare il professore, il tecnico e l’esperto al servizio del Paese.
    Oggi proviamo dolore e commozione, quello che si prova quando si perde un compagno a noi molto vicino. Ci sono tanti intellettuali, molti dei quali provengono dal nostro mondo, che si sentono più a servizio del Paese che non di quella o di questa fazione. Lui era un socialista così.
    Marco Biagi era tra questi intellettuali, di cui ne abbiamo sempre rispettato il lavoro, anche se non sempre abbiamo condiviso le sue proposte.
    Anche questo dice della libertà di pensiero che c’è nella cultura socialista.
    Marco fu uno degli allievi prediletti di Federico Manicini, grande giurista, padre dello Statuto dei lavoratori insieme a Gino Giugni, anch’egli intellettuale colpito da questo terrorismo, perché il terrorismo punta a distruggere i cervelli soprattutto.
    In una democrazia liberale come la nostra le idee costituiscono la principale espressione della libertà e nella nostra cultura non esistono nemici da eliminare ma solo avversari con i quali confrontarsi anche aspramente ma civilmente, non c’è posto per la demonizzazione, per la demolizione morale dell’avversario e per gli scontri di civiltà.
    Anche questa volta in un particolare momento dello scontro sociale il terrorismo ha voluto colpire un riformista che stava lavorando per ricercare il punto di mediazione possibile.
    Non è la prima volta che contro il riformismo si scatena l’odio degli estremisti e su di loro si scatena la violenza.
    Spetta alle forze dell’ordine e alla magistratura fare chiarezza sulle eventuali negligenze dei servizi segreti e su chi non lo ha sufficientemente protetto, nonostante il clima minaccioso che era già da tempo contro di lui.
    Spetta alla politica difendere la democrazia, affinché anche l’Italia, riconoscendo l’alternativa politica alla guida dei governi, divenga un Paese normale.

    La morte di Biagi non deve servire ad oscurare, sminuire e sottovalutare i gravissimi contrasti esistenti tra Governo ed opposizione persino su delicate questioni di libertà, ma deve spingerci tutti a trovare insieme valori comuni da difendere.
    Marco Biagi, Massimo D’Antona, Ezio Tarantelli, sono la testimonianza di una passione politica e civile che deve restare sempre, per tutti noi e per tutti i cittadini, un forte ammonimento e un nobile insegnamento.
    Rivolgiamo alla moglie Marina e ai due figli il più affettuoso cordoglio.
    Il Consiglio regionale rende omaggio al sacrificio di Marco Biagi per la democrazia e per la libertà.

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