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  • 21 luglio 2011 - Intervento nella seduta consiliare del 21 luglio 2011

    Presiede Basilio Rizzo - Presidente del Consiglio Comunale
    Partecipa il Segretario Generale Ileana Musicò

    N/12 ACCORDO DI PROGRAMMA EXPO

    Il Presidente Rizzo così interviene:
    “Darei la parola adesso al consigliere Biscardini, che non compare nell’elenco ma era presente, come tutti hanno potuto vedere; poi con un errore di tasto, diciamo, ha fatto scomparire il suo nome.
    Alternerò un Rappresentante di Maggioranza e uno di Opposizione nei limiti del possibile. Grazie. Prego, consigliere Biscardini”.
    Il consigliere Biscardini così interviene:
    “Grazie, Presidente. Onorevoli Colleghi, credo che siamo tutti in condizione di avere recepito la documentazione necessaria per discutere approfonditamente di un argomento certamente complesso, sia dal punto di vista urbanistico, sia dal punto di vista procedurale, sia dal punto di vista dell’iter che ha avuto per arrivare fino a oggi qui in Aula con l’approvazione dell’Accordo di Programma.
    Per semplicità mi sembra opportuno che vengano chiarite alcune domande che l’opinione pubblica, il dibattito politico, il dibattito anche in quest’Aula, pongono insistentemente per capire il senso dell’approvazione di questo Accordo di Programma.
    La prima domanda è molto semplice ed è questa: poteva questa Giunta non prendere atto di ciò che è stato fatto in questi anni e non arrivare oggi a proporre l’approvazione dell’Accordo di Programma?
    Io credo che ci è venuto in grande soccorso il Sindaco con il suo intervento, che ha spiegato il senso di questa delibera e ci ha messo nella condizione di dire che c’è il senso e il dovere della responsabilità nel dare atto e dare continuità amministrativa a provvedimenti che, se non fossero portati a termine, anche nella loro continuità, sarebbero di grave danno allo sviluppo della Città e ai cittadini milanesi.
    Quindi la ragione è semplice e la risposta è semplice: non si poteva abbandonare il percorso.
    C’è una responsabilità che ci impegna a garantire continuità amministrativa su un provvedimento che, se non fosse stato portato a termine, avrebbe creato grave danno politico, economico, persino morale alla storia di questa Città nel consesso nazionale e internazionale.
    Seconda questione posta da più parti: che differenza c’è fra l’Accordo di Programma così come è stato elaborato fino allo svolgimento delle elezioni, quindi nella gestione della passata Amministrazione Comunale, e questo Accordo di Programma?
    Il Sindaco con onestà, anche in una dichiarazione pubblica, ha detto: «Non c’è molta differenza, ma c’è a mio avviso – e l’ha detto oggi – quel tanto che basta, fondamentale, per approvare l’Accordo di Programma oggi», cosa che non fu fatta prima.
    Questa è la grande straordinarietà di ciò che approviamo oggi, è la Giunta di Centrosinistra che approva l’Accordo di Programma per fare l’Expo a Milano.
    Io non voglio polemizzare se si poteva fare prima, se non ci sono stati i tempi, ma questo lo dico per affermare un dato che, ripeto, è di straordinaria importanza, che consente all’Expo di non correre alcun rischio affinché possa svolgersi nei tempi previsti e nel 2015.
    Si è costruito quindi, per arrivare oggi a questa scadenza, un rapporto nuovamente di fiducia con le Organizzazioni Internazionali, con il Bie in modo particolare, ma si sono fatte cose molto concrete, che è bene che tutti lo sappiano: questa Giunta è riuscita in poche settimane, da quando si è insediata a oggi, a ricostruire un rapporto positivo con il Comune di Rho, che aveva grossi problemi ad approvare l’Accordo di Programma se non fossero state risolte alcune questioni; con la Provincia di Milano, che anch’essa ha trovato nel tavolo le intese con questa Amministrazione, la risoluzione di alcune questioni che aveva posto come pregiudiziali, e non dobbiamo nascondere, e a me sembra assolutamente positivo nel lavoro di quell’intesa interistituzionale, che non dobbiamo mai dimenticare come questione essenziale per fare funzionare la Pubblica Amministrazione, anche un rinnovato rapporto, anzi, forse persino migliorato rapporto con la Regione Lombardia.
    Quindi un lavoro tecnico e politico assolutamente decisivo. Ecco cosa è cambiato: un lavoro tecnico e politico assolutamente decisivo per consentire a Milano di non perdere l’Expo e di mettere al Comune al riparo, anche con la richiesta di chiarimenti fatta alla Corte dei Conti, dal punto di vista formale tutta l’operazione dell’Expo.
    Terza domanda: cosa contiene l’Accordo di Programma in sostanza?
    Indica due percorsi: uno assolutamente chiaro ed è indicato nelle finalità che prima venivano ricordate per realizzare tutte le opere necessarie a garantire l’esposizione del 2015; l’altro indica la strada per la realizzazione degli interventi di trasformazione e di riqualificazione urbanistica di quell’area dopo la fase del 2015.
    Questi sono i contenuti dell’Expo per anche spiegarli, come dire, in termini semplici. Questi sono i contenuti dell’Accordo di Programma.
    La riqualificazione e la trasformazione dell’area dopo l’Expo del 2015 è demandata all’approvazione di un Piano Integrato degli Interventi, che verrà approvato successivamente a questa data e verrà sottoposto nuovamente all’attenzione del Consiglio Comunale.
    Questo mi sembra il punto centrale della questione, che è quella che, anche come Gruppo del Partito Democratico, ci interessa sottolineare, perché è su questo che si dovrà cimentare nuovamente il Consiglio Comunale di Milano nell’indicare gli indirizzi per l’utilizzazione al meglio di quest’area.
    È lì che dovremo dire quali saranno le destinazioni; è lì che dovremo stabilire il contenuto effettivo delle volumetrie, al di là dei numerini, che dicono poco se non sono accompagnati dai contenuti; è lì che si dice quale sarà il mix funzionale degli interventi dentro le aree dell’Expo dopo il 2015; è lì che potremo verificare – e questo è il nostro orientamento politico – se riusciremo a dare e a fare sì che le aree dell’Expo abbiano una destinazione sostanzialmente pubblica e sostanzialmente sociale, anzi, ripeto, pubblica e sociale.
    È una questione fondamentale quest’aspetto perché guai se per fare una operazione come quella di realizzare l’Expo si perdesse di vista quello che succederà dopo e guai se permanessero dopo per necessità, per leggerezza, per errore politico, impronte di natura privatistica su un’area che viene destinata nel 2015 a una funzione come quella dell’Expo internazionale.
    Questo è il nostro parere e questo dovrà avvenire coerentemente con indirizzi che dovranno emergere anche dall’approvazione del nuovo P.G.T.
    Quell’area è un patrimonio eccezionale che il Comune va acquisendo, è un patrimonio eccezionale che deve essere sostanzialmente disponibile per questa funzione di carattere sociale, anche di edilizia sociale, anche in più di quella che è già indicata nell’ Accordo di Programma.
    È in quel dibattito intorno al PII, a mio avviso, che tutti insieme, credo, nell’interesse della Città, anche – mi auguro - senza divisione tra Maggioranza e Opposizione, si potrà definire cosa serve effettivamente quell’area nella strategia più generale di una Milano che guarda alla propria area metropolitana e al proprio territorio regionale.
    È in quella sede che si decideranno le compatibilità fra le destinazioni urbanistiche e il sistema di accessibilità, quindi il sistema dei trasporti che garantiscano l’accessibilità a quell’area, ma anche l’accessibilità da quell’area al resto della Lombardia.
    È in quella sede che si può discutere del sistema della mobilità con il resto della Città, del sistema del verde, del sistema dei parcheggi, delle politiche del traffico e certamente nelle politiche del verde dare coerenza alla grande indicazione – già data – della realizzazione di un parco, io mi auguro non come un parco a sé ma come un parco pezzo di un sistema più generale della politica del verde a Milano.
    Quindi bisogna essere molto chiari: quello che stiamo facendo è di assoluta importanza e bisogna essere anche onesti intellettualmente - io lo faccio nei miei confronti - io ho avuto modo di esprimere in passato alcune critiche, alcune addirittura originarie, che hanno accompagnato il mio giudizio insieme al giudizio di molti altri, di alcuni Consiglieri, che oggi sono in Maggioranza e prima erano all’Opposizione, circa, per esempio, il fatto che – bisogna dirlo – l’Expo è giusto, l’indicazione forse di quell’area era sbagliata.
    L’area non è giusta intanto perché si è andati a prendere un’area privata anziché un’area pubblica e questa cosa obbliga il Comune, bisognerà fare di tutto perché ciò non avvenga, ma obbliga il Comune a dirottare risorse sull’acquisto delle aree invece che sull’infrastrutturazione dell’area stessa, o sulla politica di altri interventi.
    Ha drenato risorse, è stata una scelta probabilmente sbagliata, io la penso così e molti Consiglieri, oggi in Maggioranza allora all’Opposizione, la pensavano così.
    Inoltre dobbiamo anche essere chiari, dobbiamo forse rifare un esame, discutiamone in sede di programmazione degli interventi infrastrutturali, ma è vero che quell’area è in un groviglio di infrastrutture esistenti, ma questo di per sé non la rende la più accessibile potrebbe renderla la più congestionata, che sono due concetti diversi.
    Certo, le infrastrutture ci sono, ma bisogna riuscire arrivarci, in alcuni casi oggi non ci si arriva neanche alla fiera, ci sono i caselli autostradali che in alcune occasioni vengono tutti destinati ad andare in una direzione, perché già ci sono fenomeni di congestione e lì siamo andati a metterla vicino.
    Forse anche questa è una scelta da capire, da rianalizzare, e da rianalizzare rispetto alle future destinazioni d’uso che non possiamo neanche pensare di mettere là in una condizione di segregazione dal punto di vista della congestione del traffico.
    Allora io credo, per essere molto breve, per essere breve, che quello che stiamo facendo oggi è un passaggio fondamentale, decisivo, senza quest’Accordo di Programma che, com’è stato ricordato, è un contratto di natura privatistica fra Enti pubblici che s’impegnano a realizzare un grande intervento, il nostro impegno, oltre a quest’Accordo, deve andare con lo sguardo lontano a cosa si farà dopo.
    Questa è la partita urbanistica, non quella dell’Expo. Questa è la partita urbanistica che dobbiamo avere consapevolezza di avere sul tavolo e dobbiamo avere consapevolezza, però onestamente, che la partita non è tutta chiarita.
    Abbiamo i margini per intervenire, abbiamo tutto il tempo per farlo e abbiamo tutto il tempo di farlo con cognizione di causa.
    Questo è il senso dell’Accordo di Programma che approviamo oggi.
    Quindi io lo dico con chiarezza: sarà giusto e sarà bene che quest’Accordo di Programma sia accompagnato, mi auguro in modo unitario, dal voto di un ordine del giorno o di una mozione che potremo nelle prossime ore predisporre.
    Lo dico da Presidente della Commissione Urbanistica, l’ho detto ieri e lo ripeto qua: non ho per le mani un ordine del giorno predefinito, anzi, mi sembra che sarebbe stato sbagliato discuterlo in Commissione ieri.
    È giusto ascoltare il dibattito che stiamo facendo oggi e trarre da questo dibattito l’indicazione per un ordine del giorno o una mozione che metta al riparo Milano da un pericolo che, abbagliati dall’Expo del 2015, si perda di vista l’occasione straordinaria di un uso corretto di un’area che, pur con tutte le riserve che ho detto prima, adesso è nelle nostre mani e non può che essere gestita negli interessi generali della Città”.
    (applauso da parte della Maggioranza).

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