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  • 12 maggio 2014 - Articolo 21 consigliere Biscardini - CC 12 maggio 2014 - Considerazioni su EXPO e Città della Salute: richiesta di intervento del Sindaco e revisione del progetto

    INTERVENTO AI SENSI DELL’ART21
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 12 MAGGIO 2014
    omissis
    Il Presidente Rizzo dà la parola al consigliere Biscardini.
    Il consigliere Biscardini così interviene:
    “Grazie, Presidente. Anch’io sui problemi che riguardano le vicende che hanno interessato Milano in questi giorni, Expo e Città della salute; prima di tutto per fare una considerazione tutta di natura politica: o noi crediamo nella politica e nel ruolo che essa ha nel governo della cosa pubblica o ci rinunciamo e il Paese sarà segnato, non c’è alternativa, il Paese, senza un intervento della politica diverso da quello attuale, sarà segnato dalla corruzione e dico questa cosa, perché se voglio andare a cercare i veri responsabili, anche dei fatti odierni, io non riesco a ricercarli, se non in tutti quei politici che dal 1993-1994 ci hanno promesso il bipolarismo come antidoto assoluto alla corruzione e alla politica corrotta; a distanza di venti anni, le forze politiche che si erano assunte questo impegno in nome del nuovo, hanno di fronte il risultato che abbiamo davanti; dopodiché, cosa fare? Io sono convinto che a partire da Milano, il Comune di Milano, il Sindaco, come detto da altri, debba intervenire con il peso della politica, con il ruolo istituzionale che ha, assumersi tutte le responsabilità politiche non lasciando ad altri la sorte di questi avvenimenti e probabilmente darsi anche una nuova regolata su tre fronti. Primo: la grande responsabilità di questa Amministrazione, come di quella regionale, è avere accettato di fatto l’eredità delle decisioni assunte nelle Giunte precedenti, sia quella di Palazzo Marino del Sindaco Moratti che della Regione Lombardia del Presidente Formigoni. Abbiamo pensato di continuare Expo, assumendo quell’eredità e non mettendoci molte mani per cambiare il corso delle cose che erano già state definite.
    Secondo: si può evitare, a mio avviso, nuove tangenti, nuove ruberie, per evitare nuove miserevoli tangenti, per come dice, se è vero, Gian Stefano Frigerio, «In fondo vi costiamo solo l’1 per cento», cioè siamo alla tangente miserevole, se non miserabile. Se si può modificare questo corso delle cose, non credo con le migliaia di Commissioni anticorruzione, antimafia, con i magistrati, manager e quant’altro, ma facendo sentire il peso della propria presenza.
    Su questo introduco il terzo punto; ha fatto bene il consigliere Bertolè a porre la questione culturale; ma dove è finito il tema di Expo: nutrire il pianeta, energie per la vita? Badate che siamo già a un anno di distanza da Expo e io, come cittadino milanese, devo sorbirmi una moltitudine di manifesti che ormai mi infastidiscono quando sono per strada, devo mangiare formaggini di ogni genere, oli vegetali e quant’altro di tutte le specie, andare al Castello Sforzesco, che è l’equivalente delle nostre Tuileries, a vedere un disastro culturale, dove banchetti vengono carote e formaggi, finocchi e asparagi, un livello culturale che mortifica la magnificenza civile di questa Città. E allora, io ho chiesto una cosa semplice, mi auguro che la presenza dell’Assessore al Bilancio ci aiuti a fare questo conto: ma qual è il budget consolidato e complessivo di Expo? Badate, che non esistono solo gli appalti, mettiamo insieme tutto: pubblicità, stand, Expo gate, mangiate luculliane per anni e anni, perché mi sembra che questo sia l’iter, altro che nutrire la povera gente che non ha da mangiare, noi che siamo sovralimentati siamo invitati da Expo a mangiare tutti i giorni, e a mangiare sempre di più; abbiamo perso di vista il problema, abbiamo perso la testa, stiamo già perdendo la testa. Allora, su questo tema bisogna assolutamente dare una regolata. Vorrei fare una battuta sulla Casa della salute: nel primo semestre 2012 mi ero impegnato con tutti, con i miei mezzi a denunciare che la città della salute era un intervento immobiliare che non c’entrava niente con la politica sanitaria di questa Regione, non sono riuscito a trovare interlocutori né a destra, né a sinistra e un bel giorno ho saputo che il Comune di Sesto, insieme al Presidente Formigoni, avevano deciso di finire la partita, e adesso scopriamo perché il sottoscritto diceva una cosa ma non si poteva ascoltarlo. Quindi, a mio avviso, avremmo dovuto aprire gli occhi un po’ prima, sia noi che i giornalisti”.
    omissis

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