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  • 30 settembre 2015 - INTERVENTI NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 21 SETTEMBRE 2015

    Omissis

    N/226 – DELIBERA DI INIZIATIVA CONSILIARE AVENTE AD OGGETTO: MODIFICA DEL TITOLO VII – “DECENTRAMENTO” – ARTICOLI DA 92 A 100 – E ARTICOLO XIV DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI DELLO STATUTO DEL COMUNE DI MILANO.
    Emendamento N/37 sub 1 e sub 2
    PRESIDENTE RIZZO: La parola al consigliere Biscardini, prego.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie, Presidente. Io l’ho scritto per com’è, cioè consapevole del fatto che non ritengo che in questo Statuto si debba regolamentare più di tanto questa questione. Io ritengo che, per come sono le attuali zone del decentramento e come potrebbero essere i Municipi un domani, per esempio se dovessero essere ancora 9, si giustifica un´articolazione di questi Municipi sotto realtà municipali, cioè di quartiere, che non hanno granché bisogno di istituzionalizzazione perché potrebbe essere elementi di carattere consultivo, come sono grosso modo i Consigli di quartiere degli arrondissement francesi che sono un po´ più istituzionalizzati, ma non è detto che siano istituzionalizzati nello stesso modo.
    Posso fare un esempio. Non credo che ci sia bisogno di istituzionalizzare il Consiglio di quartiere del centro storico della Zona 1 qualora la Zona 1 sia ancora il Municipio numero uno di Milano perché è talmente piccola che non c´è bisogno di fare quartieri, però in altre realtà come la Zona 3, la Zona 2 e quasi tutte le altre si potrebbe giustificare un´articolazione di questi Municipi in quartieri. Con quale funzione? Io volutamente ho scritto quello che c´è scritto, cioè “Comitati di quartiere regolati da delibere dei rispettivi singoli Consigli municipali”, cioè anche qui non è detto che debbano essere degli organismi che agiscono in modo omogeneo. Ci può essere istituito il Comitato di quartiere di Quarto Oggiaro con alcune funzione e non istituito il quartiere di Bergamo perché non c´è bisogno di identificarlo come quartiere. È un´opportunità in più di un modello di democrazia partecipata che io lascerei nella massima responsabilità dei singoli Municipi, neanche tutto il territorio è azzonato in quartieri. Si possono istituire nell´ambito della propria economia dei Consigli di quartiere.
    Il concetto è che non tutto il territorio comunale è diviso in quartieri, ma ogni Municipio nella propria autonomia, dopo aver avuto un´elezione a suffragio universale, nell´ambito delle proprie prerogative… Certo, stiamo costituendo una prerogativa del Consiglio municipale di istituire, con le regole della democrazia a maggioranza dei propri rappresentanti, dei Comitati di quartiere. Funzioni, tipo, numero, partecipazione in questa fase li lascerei a un progress di costruzione di questo modello, ma io credo che, per la critica che abbiamo fatto spesse volte che le nostre zone siano spesso troppo grandi, ci sia bisogno di trovare dei rapporti più diretti fra singole problematiche della Zona e il Municipio, in questo caso il Municipio di Zona, che mi sembra che questo emendamento abbia proprio il senso di fare uno Statuto un po´ più moderno. Non è detto che tutto debba essere regolamentato. C´è un margine che lasciamo ai Municipi di organizzare il loro livello di partecipazione al livello più basso del Consiglio municipale.
    Omissis
    PRESIDENTE RIZZO: La parola al consigliere Biscardini, prego.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie, Presidente. Io intervengo non per ripetermi sulle cose già dette, ma per dichiarare l´accoglimento del subemendamento presentato dal Consigliere Cappato.
    Omissis

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