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  • 26 maggio 2015 - INTERVENTO NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 26 MAGGIO 2015 - omissis N/217 DUP – Bilancio 2015-2017

    INTERVENTO IN BOZZA
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
    DEL 26 MAGGIO 2015

    omissis

    N/217 DUP – Bilancio 2015-2017

    PRESIDENTE RIZZO: Grazie consigliere Mascaretti. La parola al consigliere Biscardini per l’ultimo intervento.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie Presidente. Mi scuso con tutti voi per la carenza della mia voce, quindi parlerò più piano e inizio col dire che essendo arrivati oggi alla discussione dell’ultimo bilancio di questa stagione, viene spontaneo domandarsi cosa abbiamo fatto, che è la domanda che ci fanno i cittadini, e a questa domanda rispondo che abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, ma certamente potevamo fare di più. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto in ragione delle risorse economiche finanziarie che avevamo a disposizione, credo che abbiamo amministrato bene e correttamente e abbiamo anche oggi un bilancio redatto nelle sue forme migliori. Peraltro va dato atto all’Assessore al Bilancio di un’attenzione meticolosa e precisa sulla nostra contabilità. Quello che forse è mancato, quindi è mancato e manca nei bilanci, ma questo non può essere attribuito all’assessore Balzani, una strategia, una visione, anche un po’ di coraggio nel fare le cose e questa osservazione l’avevo già espressa nel corso della discussione del bilancio dello scorso anno. Forse è mancato e ci è mancato – non so se possiamo recuperarlo nei prossimi mesi (difficile), perché di solito quando si va in campagna elettorale si fa l’elenco delle liste della spesa e non si riesce a fare dei salti di qualità – un’idea precisa del futuro che vogliamo attribuire a questa città anche nelle sue manifestazioni amministrative, della possibilità che il Comune, con la sua struttura amministrativa, abbia di costruirne e garantirne concretezza. Parto dall’ultimo punto che ha citato il consigliere Cormio ed è il mio primo punto anche della volta scorsa: è il tema della riorganizzazione della macchina comunale. Credo che da questo punto di vista abbiamo fatto pochissimo, nel senso che la difficoltà di una gestione di una macchina lenta e molto burocratizzata che abbiamo ereditato dal passato in qualche modo l’abbiamo accettata per quella che è, allargando le braccia. Non possiamo mandare a casa nessuno, non possiamo ridurre il numero dei dirigenti, non possiamo spostare personale da un punto all’altro, non possiamo lavorare per rendere più efficiente il sistema, non possiamo rafforzare un settore, perché è strategico, indebolendone altri, perché lo sono meno, sostanzialmente abbiamo amministrato a mio avviso una macchina in totale continuità. Questo è un punto di debolezza sia per gli effetti esterni, per il rapporto che la macchina comunale ha nei confronti dei cittadini, sia dal punto di vista interno, perché, se si decide che per i prossimi cinque anni si punta tutto su questo, allora anche la macchina si deve adeguare, che non è solo un problema di fare ordine o pulizia in casa, ma c’è soprattutto il problema di investire positivamente in una direzione piuttosto che in un’altra. Credo che una Giunta di centrosinistra, e mi auguro che emendamenti e indicazioni che potranno venire anche nei prossimi giorni, dovrebbe marcare una maggiore attenzione prima di tutto sulle politiche sociali. Forse è una questione un po’ lapalissiana, ma non c’è dubbio che una Giunta di sinistra si distingue dalle altre, quelle più conservatrici di destra, per un’attenzione a ridistribuire, per quello che si può, attraverso i servizi, le fonti di ricchezza che abbiamo a disposizione. Credo che noi abbiamo fatto una cosa importante, sulla quale io avevo espresso anche dei dubbi e per certi versi li esprimo ancora, ossia il tema della gestione diversa del patrimonio di edilizia economica popolare assegnandola a MM, ed esprimo ancora qualche perplessità perché questa mattina sono andato a visitare un quartiere e naturalmente i cittadini sia in affitto nelle case del Comune sia in affitto delle case ALER hanno chiesto che vorrebbero essere trattati tutti alla stessa maniera, perché non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B. Quel tentativo di rispondere ai ritardi di ALER è stato fatto e quindi lo prendo per buono. Quello che non è stato fatto sulla politica della casa coraggiosamente – detto più volte dall’assessore Benelli – è mettere a disposizione una cifra straordinaria. Credo che questo Comune fosse nelle condizioni di spendere 15 milioni all’anno, di metterli sul settore casa e non intervenire sulle piccole cose, sistemando quel che si può, ma avviando quel piano strategico di costruzione, abbattimenti e ricostruzioni e interventi pesanti sul sistema casa, che forse non abbiamo fatto. È mancato questo coraggio. Forse abbiamo gestito bene sulle disponibilità che avevamo e credo che questo sia un punto forte; io l’avevo proposto l’anno scorso di spendere 15 milioni sul settore casa e lo riproporrò quest’anno, cioè un investimento che si capisca che in quella direzione si va senza tentennamenti. È chiaro che a me piange il cuore vedere il quartiere Lorenteggio, che vedo così da quando ero Assessore ai Lavori Pubblici in Regione, quando proposi di abbatterlo nel 1992 ed è ancora lì, ancora più degradato dopo venti anni, e non solo non serve buttare dei soldi nella manutenzione di un quartiere come quello ma o c’è un’azione coraggiosa o la politica della casa in quel caso non viene affrontata e non è affrontata. Sulla politica dei trasporti, per l’avversione che questi hanno dal punto di vista sociale, non ho condiviso – lo sapete – l’aumento degli abbonamenti, soprattutto l’aumento degli abbonamenti agli anziani fatto nell’ultimo anno, da 170 a 300. Avevo proposto all’assessore Maran di ridurli quest’anno; si può fare ed è un segnale che diamo agli anziani di potersi muovere liberamente in questa città. Io sono convinto che addirittura potremmo farli circolare gratis, naturalmente dandogli una fascia oraria (non nelle ore di punta), possono fare quello che vorranno fare in quelle poche ore che avranno a disposizione, ma diamo dei segnali di questo genere, perché quando si parla di periferie non si parla solo del giardinetto che manca, della sicurezza che è minore rispetto ad altre parti, ma si parla anche di cittadini più bisognosi, che soffrono magari già condizioni negative nel settore casa e che poi hanno una difficoltà per esempio di vivere la città come vorremmo che tutti la potessero vivere. Nel settore sociale c’è il tema dell’assistenza. Io non riesco a decifrare se l’assessore Majorino ha fatto tanto o ha fatto poco, e lo dico così perché non so usare altri termini, ma mi risulta che per esempio nel servizio agli anziani si può fare molto di più. Col servizio per esempio degli affidi dove noi paghiamo i volontari 150 euro al mese, che fanno un grandissimo lavoro, accudiamo novanta anziani, ma non è possibile e penso che la domanda sia molto più alta. Dei segnali di questa natura sul tema delle politiche sociali forse potremmo cercare di recuperarli. Secondo me c’è stata incertezza sulle infrastrutture, abbiamo giocato tre anni e mezzo per decidere di fare l’M4, quando era già stata approvata dalla Giunta precedente, mi sembra che abbiamo superato un record e non abbiamo avuto il coraggio di mettere via il livello se non altro di idea e di progettazione. Per esempio un’opera che a me sta a cuore e che è qui sul tavolo del Comune di Milano da anni è il secondo passante ferroviario. Lo cito perché bisogna fare una battaglia su questa cosa. Prendete i dati che ha distribuito nei giorni scorsi la Regione Lombardia sul traffico e l’incremento dell’uso delle biciclette è pari a circa lo zero per cento e l’incremento avvenuto sulle ferrovie regionali negli ultimi dieci anni è intorno al 20 per cento, il che vuol dire che la domanda è lì e non sulle piste ciclabili. Si possono anche fare le piste ciclabili, a parte che se facessimo un grande piano di pedonalizzazione non ci sarebbe bisogno di fare le piste, perché le biciclette vanno nelle aree pedonali con tutta libertà, quindi non spenderemmo in piste ciclabili, ma dovremmo pensare che sulle infrastrutture un po’ più di coraggio nel guardare al futuro diventa assolutamente necessario alla luce anche del fatto che esiste una città metropolitana. Non ripeto le cose che aveva detto il mio amico Cappato sul tema dei navigli e sul tema delle conche, ma posso dire soltanto al mio amico Cappato che con lui abbiamo fatto una grande operazione politica in occasione delle elezioni della Città metropolitana, perché, al di là delle divergenze che ci possono essere tra me e lui, abbiamo capito che il percorso civico e municipalista che ha la forza di partire dal basso e non della politica nell’individuazione dei problemi è l’unico percorso che io vedo anche negli anni a venire. Volevo inoltre dire alcune parole su due grandi questioni di cui sappiamo poco (in Commissione verrà presto l’assessore De Cesaris a riferire). È uno scandalo che noi da dieci anni discutiamo della valorizzazione delle aree delle Ferrovie dello Stato per capire cosa si dovrà fare su quelle aree e in che direzione dovremo utilizzare le risorse che dovessero maturare da quel tipo di valorizzazione e non sappiamo più niente. L’accordo di programma del sindaco Moratti è di fatto decaduto, un nuovo accordo di programma non c’è, passano cinque anni e noi abbiamo lasciato in mano a un’azienda che io considero pressoché parassitaria, come le Ferrovie dello Stato, la gestione di un patrimonio sul quale invece noi dovremmo poter intervenire, decidere e influire. Lo stesso vale per Expo; non è forse argomento del bilancio, ma sfido chiunque a sapere qual è il bilancio, costi/benefici, solo il bilancio costi o solo il bilancio entrate di Expo, e non si riesce a capire o dare la risposta quando ce lo chiedono i cittadini. Con Expo ci guadagniamo o ci perdiamo? Chi ha il coraggio di dare una risposta certa a una domanda di questa natura? Questa è la nostra debolezza e qui sta anche la nostra difficoltà di essere stati in un percorso di visione di grande progetto per Milano. L’ultimo punto lo dedico alla voce delle entrate. L’assessore Balzani lo sa che ho sempre posto il problema della lotta all’evasione fiscale, che io interpreto come una questione contemporaneamente concreta, cioè quindi come la forma concreta per poter portare nelle casse comunali un’ingente quantità di risorse, ma anche come una grande battaglia politica, cioè un comune come Milano non può stare fuori dalla battaglia più generale della lotta all’evasione fiscale, che vuol dire anche lotta indirettamente alla criminalità e alla criminalità organizzata. Questi sono i punti che io ribadisco e che sono insieme un’invocazione alla speranza di poter fare molte cose di più ma anche una certa amarezza di non essere riusciti a dare una guida, non per il bilancio, troppo debole a individuare come punti strategici della nostra azione politica.
    omissis

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