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  • 08 gennaio 2015 - INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21 SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 8 GENNAIO 2015 - Solidarietà allo Stato francese per l´attentato contro il giornale Charlie Hebdo. Considerazioni sul Bando per i luoghi di culto.

    INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 8 GENNAIO 2015
    Omissis
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    PRESIDENTE RIZZO: La parola al Consigliere Biscardini.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie Presidente. Anche io dirò qualche parola sui fatti di ieri a Parigi ma anche per discutere di una presa di posizione che ho assunto ieri in modo del tutto indipendente dai fatti di Parigi circa la questione del bando delle moschee approvato dalla Giunta nelle settimane scorse.
    Sul primo punto mi associo alle sue dichiarazioni e non avrei nulla da aggiungere se non rilevare che ho sentito molti commenti in questi giorni che potrei dividere in tre categorie: quella degli stupidi, che pensano che la colpa sia dell’Occidente, cioè ritenendo in qualche modo, secondo un vecchio pregiudizio antioccidentale, che gli islamici abbiano sempre ragione, quella di coloro i quali ugualmente da occidentali dicono che in fondo non è una cosa che ci riguarda molto, come un famoso giornale inglese, che dice che se la sono andati a cercare, quindi non è un problema nostro, e quella di coloro i quali dicono che bisogna iniziare una guerra contro i musulmani; è una follia dichiarata.
    Proprio in queste ore, proprio dal Governo francese, da Hollande e da altri esponenti del Governo, che si stanno rendendo conto come la separazione netta tra le questioni terroristiche e le questioni religiose è l’unica barra dritta che bisogna avere se vogliamo mantenere una posizione ferma nei confronti del terrorismo, perché se andiamo sul terreno della guerra di religione non ci salva nessuno, perché peraltro nessuno religione è indenne da responsabilità, e anzi potrei aggiungere che l’islam non ha nessuna cosa da imparare dall’Occidente. Separiamo le questioni del terrorismo dalle questioni religiose in modo netto e anzi preoccupandoci di un fatto, come oggi dichiara un collaboratore del Ministro degli Interni francese, cioè che i prossimi bersagli e obiettivi di questo terrorismo, certamente di matrice islamica, saranno i musulmani moderati e magari colpire le moschee, che non sono il luogo di allevamento del terrorismo internazionale – lo dico a molti colleghi che sono qua – ma è stato acclarato in queste ore che il lavoro che si fa con sistemi di informazione telematici sono molto più potenti e insidiosi di ciò che può avvenire all’interno di una moschea.
    Detto questo, proprio perché divido le questioni del terrorismo dalle questioni religiose, voglio dire qui, utilizzando l’articolo 21, che ieri ho ribadito le mie perplessità sul bando approvato dalla Giunta, il cosiddetto bando moschee, ma più in generale si chiama bando per garantire ad alcune minoranze religiose di avere una propria dignitosa sede, che risente del dibattito che abbiamo avuto. Certo, recepisce le indicazioni emerse a maggioranza ma con una Maggioranza molto relativa (sedici Consiglieri su quarantotto hanno votato quel documento nell’ultima seduta del Consiglio) e non recepisce per nulla le posizioni per esempio assunte da me e condivise da molti Consiglieri in quest’Aula anzi, potrei dire che questo bando, ma non solo questo bando, è la cartina di tornasole di un problema più grave che è il rapporto tra le Istituzioni, tra Giunta e Consiglio, e anzi sono convinto che se questo bando fosse stato approvato dal Consiglio e non dalla Giunta sarebbe uscito in modo molto diverso perché quel bando contiene ancora molti elementi discriminatori nei confronti di chi rappresenta esclusivamente una comunità grande religiosa come la comunità musulmana di Milano. Da questo punto di vista non confondiamo, e ho concluso, due questioni: Occidente con questione musulmana. Quando parliamo di fede religiosa e fede musulmana a Milano parliamo di cittadini milanesi, italiani, prettamente occidentali che non confondono l’essere religiosi e avere una religione musulmana con l’appartenenza a un mondo e a un popolo diverso da quello occidentale. Ancora di più confermo che se ci fosse il coraggio l’assessore Majorino ritirerebbe quel bando, lo ridiscuterebbe e non userebbe la frase di ieri nella quale dice che si tratta di “ironia della sorte”. Non c’è sorte con le questioni parigine; le questioni sono separate, assessore Majorino. L’intervento che ho fatto oggi l’avrei fatto anche se i fatti di Parigi di ieri non ci sarebbero stati.
    PRESIDENTE RIZZO: Grazie, consigliere Biscardini.
    Omissis

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