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  • 10 marzo 2005 - Intervento nella commissione Istruzione pubblica sulla sostituzione di Fontana e il caso Scala

    Seduta n. 369 del 10 Marzo 2005 (pom)

    Il senatore BISCARDINI (Misto-SDI-US) giudica anomala la sostituzione del sovrintendente Fontana, che giustamente ha sollecitato una riflessione specifica in seno alla Commissione competente in materia di spettacolo. Lo stesso dottor Carrubba ha del resto adombrato che l´arrivo del maestro Meli in una posizione funzionale non prevista prima, quale quella di responsabile della Divisione Scala, faceva presagire la sostituzione. Alla base delle recenti scelte del consiglio di amministrazione vi è dunque una situazione maturata da tempo.

    Poiché peraltro la legge sulle fondazioni lirico-sinfoniche prevede che la partecipazione dei privati alla gestione delle istituzioni non ne debba ledere l´autonomia culturale, a fronte della unanimità con cui è stata decisa la revoca del mandato al dottor Fontana egli si chiede se a ciò non sia sottesa una volontà, anche pubblica, di rompere con il passato e travalicare la predetta autonomia.

    Riprendendo indi le affermazioni del dottor Carrubba, secondo cui il maestro Meli nominerà a breve un nuovo direttore artistico, egli chiede se si sia nel frattempo chiarito quali siano le caratteristiche funzionali di questa figura.

    Quanto alla futura destinazione del Teatro degli Arcimboldi, egli ricorda che originariamente esso doveva partecipare della programmazione del Teatro alla Scala. Egli chiede quindi anzitutto se tale ipotesi sia ancora praticabile e, in questo caso, se essa rischierebbe di andare a discapito del bilancio di gestione dell´ente.

    Domanda altresì se, nel caso opposto in cui esso ritorni al comune per lo svolgimento di attività culturali diverse, ciò non possa determinare un´inopportuna immobilizzazione di risorse, rivelandosi controproducente per gli interessi comunali.

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    Seduta n. 372 del 17 Marzo 2005 (pom)

    Il senatore BISCARDINI (Misto-SDI-US) prende anzitutto atto che le organizzazioni sindacali hanno chiesto le dimissioni del consiglio di amministrazione, del maestro Muti e del neo sovrintendente Meli.

    Con riguardo agli ultimi due, ne comprende le ragioni atteso che la crisi è scoppiata quando due dei tre pilastri della Fondazione si sono coalizzati per eliminare il terzo e quindi un loro passo indietro potrebbe contribuire a riportare la situazione in equilibrio.

    Con riferimento invece alla richiesta di dimissioni del consiglio di amministrazione, si domanda quali siano le prospettive coltivate dalle organizzazioni sindacali, che pure si sono dichiarate contrarie al commissariamento della Fondazione.

    Quanto al futuro del Teatro degli Arcimboldi, egli tiene a precisare che effettivamente la scelta di trasferire in quella sede l´attività del Teatro alla Scala durante i due anni di chiusura per ristrutturazione fu preceduto da un dibattito che si concluse appunto con la scelta di una sede diversa dove proseguire la programmazione ordinaria. A cose fatte, è peraltro legittimo domandarsi se se ne poteva fare a meno.

    A fronte poi delle diverse ipotesi di utilizzazione futura della nuova sede, una sostenuta dall´ex sovrintendente Fontana e l´altra dal neo sovrintendente Meli, egli prende atto dell´opinione dominante secondo cui il Teatro alla Scala non sarebbe in grado di accollarsi i costi di gestione diretta. Chiede tuttavia se una scelta in questo senso sarebbe comunque opportuna sul piano della politica culturale ed in particolare se a giudizio delle organizzazioni sindacali il Teatro alla Scala avrebbe un interesse a proporre musica alternativa.

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