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Associazione Riaprire i Navigli



  • 23 febbraio 2005 - Atto n. 3-01983 - Contro la riduzione del termine temporale di prescrizione dei reati

    - Ai Ministri della giustizia e della difesa. -

    Posto che dopo oltre 40 anni di un gravissimo occultamento perpetrato ponendo in essere uno dei più gravi reati configurabili contro l´ordinamento è stata interrotta l´azione penale - si è finalmente giunti alla fase dibattimentale - a seguito di una assai difficoltosa e meritoria azione istruttoria delle procure militari - in particolare di quella di La Spezia – in relazione ad alcuni processi per gravissimi crimini compiuti dopo l´8 settembre 1943 da appartenenti all´esercito tedesco, alle SS, alla Guardia Nazionale Repubblicana e alle ”Camicie Nere”. Tra essi si ricordano gli eccidi di S. Anna di Stazzema, Marzabotto, Cibeno di Carpi. Al tempo stesso risultano attualmente in fase di indagine istruttoria da parte della magistratura numerosi altri procedimenti per eccidi, stragi e violenze inaudite subiti da appartenenti alle forze armate italiane che non aderirono alla Repubblica di Salò, all´Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato, oltre che di sacerdoti e tante donne, bambini, anziani e di vittime delle ”foibe”;

    considerato che:

    con il disegno di legge atto Senato n. 3247, votato dalla Camera dei deputati ed attualmente all´esame del Senato, si prevede di ridurre il termine temporale di prescrizione, attualmente fissato dall´articolo 157 del codice penale, e che se ciò fosse approvato definitivamente si determinerebbe la prescrizione della pena per reati attualmente puniti con l´ergastolo qualora le aggravanti fossero tali da non modificare la formulazione della specie della pena da irrogare;

    sempre con l´approvazione del già citato atto Senato n. 3247 le norme modificate risulterebbero non più idonee a determinare il tempo di prescrizione della pena in base alle previsioni dell´attuale art. 577, comma 1, n. 4, del codice penale, dal quale soltanto deriva l´imprescrittibilità del reato di omicidio aggravato;

    rilevato che l´approvazione dell´atto Senato n. 3247 nella formulazione attuale già votata dalla Camera dei deputati, rispetto ai punti citati, vanificherebbe ogni sforzo in corso per recare almeno a parte delle 15 – 20.000 vittime delle stragi nazifasciste compiute in Italia dal ´43 al ´45 quella giustizia che già fu colpevolmente impedita con l´occultamento nell´”armadio della vergogna” di migliaia di fascicoli arbitrariamente ”archiviati provvisoriamente” nel 1960 e riscoperti solo nel 1994, anche per merito dell´azione insistente e coraggiosa di magistrati militari, e che con ciò verrebbero mortificate e per sempre deluse le attese di verità e giustizia riaccese dopo decenni, solo a partire dal ´96, allorché i fascicoli furono inviati alle procure militari che ripresero l´azione penale a distanza di decenni dalla sua criminosa interruzione,

    si chiede di sapere se, a prescindere dal giudizio sull´intero provvedimento (atto Senato n. 3247) di iniziativa parlamentare, il Governo non ritenga doveroso intervenire con urgenza, nell´ambito delle sue competenze, nel corso dell’esame in Commissione, per evitare che, con la sua approvazione nella formulazione attuale, si dia luogo alla prescrizione di reati gravissimi come quelli sopra richiamati.

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