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Associazione Riaprire i Navigli



  • 20 gennaio 2005 - Atto n. 4 -07964 - Provvedimenti dopo tsunami

    Al Ministro degli affari esteri. -
    Premesso che:

    il 26 dicembre del 2004 un violentissimo terremoto, la cui entità è stata calcolata in circa 9.0 gradi della scala Richter, ha colpito l´Oceano indiano al largo della costa nordoccidentale di Sumatra in Indonesia;

    il terremoto ha creato delle onde anomale che hanno colpito sotto forma di tsunami alcune regioni costiere dell´Indonesia, dello Sri Lanka, dell´India, della Thailandia, del Myanmar, del Bangladesh, delle Maldive fino ad arrivare ad oltre 4.500 km dall´epicentro del sisma, presso le coste della Somalia e del Kenya;

    il maremoto è stato il più violento degli ultimi quaranta anni, dopo il terremoto cileno del 1960, a cui fu assegnata una grandezza sismica pari a 9.5 gradi della scala Richter;

    le vittime del maremoto, fino ad oggi dichiarate, sono state circa 154.000, tra popolazioni residenti e turisti, e migliaia di persone risultano disperse;

    il Myanmar , anch´esso colpito dallo tsunami, ha dichiarato un bilancio provvisorio di circa 90 morti;

    il numero esiguo delle vittime ed il riserbo totale del governo birmano sulle informazioni relative al disastro, oltre alle numerose fonti non ufficiali che non solo smentiscono la situazione dichiarata, ma accusano lo stesso governo di celare la verità, destano numerosi sospetti di credibilità riguardo alle notizie dichiarate,

    si chiede di sapere:

    quali siano gli intendimenti del Ministro in indirizzo in ordine all’opportunità di accertare l´entità dei danni non solo del maremoto ma anche del terremoto che lo ha scatenato, sulle coste e all’interno del Myanmar;

    se il Ministro abbia attivato l’Ambasciata italiana a Rangoon per verificare la situazione di quel Paese, senza fermarsi alle notizie riportate dalle fonti ufficiali, e se, quindi, stia cercando di conoscere il numero delle vittime e dei danni tramite qualunque istituzione in grado di dare informazioni veritiere,

    se lo stanziamento degli aiuti sia stato proporzionato solo rispetto ai dati ufficiali pervenuti;

    se il Ministro ritenga possibile intervenire attraverso organismi umanitari come la Croce Rossa o attraverso altre organizzazioni, italiane o internazionali, presenti in loco.

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