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Associazione Riaprire i Navigli



  • 18 novembre 2004 - Atto n. 3-01847 – Situazione degli impianti termoelettrici in Lombardia e nella Pianura Padana

    Ai Ministri delle attività produttive e dell´ambiente e per la tutela del territorio.

    Premesso che:

    il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati hanno approvato nei mesi scorsi un disegno di legge presentato dal Governo, definito “sblocca centrali” nel senso che riduce e agevola le procedure per realizzare in Italia nuovi impianti termoelettrici;

    le opposizioni hanno condotto in Parlamento una battaglia durissima per correggere l’impostazione del disegno di legge, per non lasciare unicamente al mercato la programmazione di nuovi impianti per la produzione di energia ed anche sugli aspetti procedurali, per non svilire il ruolo degli enti locali, con particolare riferimento agli effetti di carattere ambientale;

    a pochi mesi dall’approvazione (avvenuta con voto di fiducia) del disegno di legge, le richieste avanzate al Ministero delle attività produttive per realizzare nuovi impianti termoelettrici o per ampliare quelli esistenti sembrano essere 135, a conferma dei rilievi critici avanzati;

    il Ministro delle attività produttive ha recentemente dichiarato di “aver rilasciato dal 2002 autorizzazioni per 19.000 Mwe, che oggi sono aperti cantieri per circa 9.000 Mwe, che altri 2000 Mwe saranno prodotti entro il 2004, mentre altri 6000 Mwe saranno aggiunti nel 2005”;

    deve far riflettere in questo scenario la situazione della Lombardia, dove sono state presentate numerose domande per nuovi impianti o ampliamenti (due nel Lodigiano, due a Pavia - Voghera, in provincia di Cremona, Brescia, Mantova - Ostiglia e Sermide -) che, se accolte, esaurirebbero da sole le previsioni indicate dal Ministro delle attività produttive;

    l’assenza di una corretta programmazione sta determinando una situazione di allarme e di forte preoccupazione nei cittadini lombardi per questi nuovi insediamenti che aggraverebbero ulteriormente le emissioni in atmosfera con dati già gravi comprovati da istituzioni pubbliche e recentemente confermati dalle rilevazioni del satellite europeo Envisat, riportate con grande evidenza da tutti i giornali nazionali; la Regione Lombardia, inoltre, si appresta a bloccare nei prossimi giorni 4 milioni di residenti in 135 Comuni per l´aumento delle polveri sottili;

    tale situazione di mancata programmazione riguarda anche la Regione Lombardia. L´orientamento della Regione, che pare voler rinunciare a un ruolo di indirizzo per lasciare l’incombenza e la responsabilità dei nuovi impianti unicamente al Ministero delle attività produttive, sta generando proteste diffuse in molte province;

    in particolare lunedì 15 novembre 2004 si è svolta a Lodi una grande manifestazione, protagonisti la Provincia ed oltre 50 sindaci in rappresentanza dei consigli comunali e, contemporaneamente, un’altra manifestazione a Tavazzano-Montanaso (Lodi) in cui Comuni, associazioni ambientali, forze politiche, categorie produttive e cittadini hanno ribadito il proprio “no” ai due impianti termoelettrici che si vorrebbero realizzare;

    a Tavazzano-Montanaso è installata una centrale (gruppo Endesa) che ha introdotto, con un accordo con i Comuni, la tecnologia del Turbogas con tre nuovi gruppi a metano e tale società ha chiesto di poter arrivare a una potenza complessiva di 1840 MGW e avanzato una domanda per ulteriori 800 MGW per una capacità produttiva totale di 2640 MGW, mentre a pochi chilometri (Bertonico-Turano) è stata avanzata un’ulteriore domanda per un nuovo impianto Turbogas a ciclo combinato,

    si chiede di sapere:

    quali siano le valutazioni dei Ministri competenti sulla situazione generale che è stata descritta e quali i criteri che saranno utilizzati per indicare le priorità per i nuovi impianti termoelettrici;

    quali siano le valutazioni per la situazione particolare della Regione Lombardia, in considerazione anche del problema grave delle ricadute ambientali e della tutela della salute, alla luce anche degli impegni internazionali per la gestione e attuazione del protocollo di Kyoto;

    quali siano gli impegni, in particolare per la Lombardia, per incrementare l’uso delle fonti energetiche rinnovabili a minore impatto ambientale e territoriale, quali i sostegni alla ricerca ed ai progetti per lo sviluppo dell’economia dell’idrogeno, considerato una priorità strategica dall´Unione europea e dalla stessa regione Lombardia, e se tali ricerche e progetti non siano in contrasto con una proliferazione di centrali termoelettriche “tradizionali”;

    quali siano le valutazioni dei Ministri competenti sulla situazione della provincia di Lodi e sui due impianti termoelettrici previsti dopo la protesta realizzata dalla Provincia, dai sindaci e dall’intera comunità lodigiana, che ha convissuto in questi anni con un impianto di interesse nazionale e che non intende veder peggiorare una situazione ambientale già allarmante;

    quali siano i dati ufficiali delle emissioni in atmosfera degli impianti termoelettrici della Lombardia e della Pianura padana, dati che sono essenziali per programmare nuovi impianti e per il rispetto delle normative europee, e se i Ministri in indirizzo abbiano valutato, per la provincia di Lodi, gli effetti negativi che si produrrebbero su un territorio a prevalente vocazione agricola con produzioni lattiero-casearie, e di ortofrutta, tipiche e biologiche, che sarebbero inevitabilmente danneggiate da tali insediamenti.

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